Ovaroi Palpagaline "el punaro"
Nella contrada Asnicar, un tempo, era molto diffuso l’allevamento di polli. Ogni famiglia curava questo aspetto, che veniva sviluppato oltre a quello che poteva essere il fabbisogno domestico, trasformandolo in una attività commerciale.
Al giovedì, giorno del mercato settimanale, gli abitanti delle contrade si recavano in piazza o dal casolin per vendere le uova, che venivano pagate a paia.
L’uovo, in un certo senso, era merce di scambio e un prodotto che permetteva alle famiglie di mettere da parte dei soldi necessari per la conduzione della casa.
Ciascuno degli abitanti della contrada Asnicar era considerato un specialista, un ovarolo.
Questo nome spesso veniva associato a palpagaline.
Infatti, con una esperta e innocua “esplorazione rettale” manuale della gallina, si poteva percepire la presenza dell’uovo, già pronto per essere espulso entro poche ore.
Talvolta, nelle varie contrade, arrivava una persona con sulle spalle il bigólo che reggeva una cesta in ciascuna estremità e acquistava a domicilio le uova che maneggiava con destrezza, senza mai romperne una. Era l’ovarolo, che era anche commerciante di polli, il polastraro.
Tratto da: La Chiamata di Marzo, Ciamàr Marso di Luigi Centomo, 2013