La calcara

di Contrada Turcati

In passato la calce veniva prodotta in costruzioni paragonabili a grandi forni in muratura, chiamati "calcare", che sorgevano in luoghi ricchi di legna, da usare come combustibile, e di sassi,che si rivenivano facilmente nel greto del torrente Agno.

Costruzione della calcara

La calcara era sempre realizzata su un pendio, questo faceva in modo che la struttura risultasse in gran parte interrata.
Generalmente per ottenere il forno si realizzava un cilindro (il cui diametro poteva raggiungere anche i 5 metri) costruito a secco con grosse pietre resistenti al calore. Verso valle si lasciava un'apertura (boca) indispensabile per alimentare il fuoco e per togliere la cenere.

Modalità di carico

Il carico, ovvero il riempimento della calcara, prevedeva la sistemazione dei sassi, precedentemente raccolti in grande quantità e trasportati nei pressi della stessa. I sassi venivano inseriti a pezzatura decrescente verso l'alto, questo faceva sì che tutti i sassi potessero raggiungere la temperatura di 900 gradi, necessaria alla trasformazione del carbonato di calcio in ossido di calcio e biossido di carbonio. Riempito il cilindro, si completava il lavoro mediante una cappella, consistente in un manto di argilla, in cui venivano lasciati alcuni fori di sfiato. Una croce rudimentale, posta sulla sommità rappresentava una garanzia di protezione divina.

Processo di cottura

La cottura durava tre notti e tre giorni. Per portarla a termine erano necessarie grandi quantità di legna, circa 4000 fassine e la presenza di più persone impegnate giorno e notte a governare la combustione. Ad intervalli di mezz'ora si toglieva la cenere depositata alla base. La calcara era cotta quando produceva un odore particolare e dalla sommità emetteva vampàroli.

Impiego della calce

La calce era usata come legante della malta o per imbiancare i locali ricoprendo gli intonaci: ogni famiglia infatti possedeva la "busa dela calsina". In caso di epidemia fra gli animali si riteneva buona norma evitare il contagio disinfettando per mezzo della calce cosparsa abbondantemente sul terreno. La calce serviva poi in agricoltura contro insetti nocivi e per combattere alcune malattie delle piante.

Ringraziamenti

Ringraziamo sentitamente tutti i capicarro della XXI edizione e quanti hanno contribuito all’aggiornamento del sito con invio di foto e testi ricchi di notizie storiche, curiosità e testimonianze derivanti dalla tradizione recoarese. Un ringraziamento speciale agli alunni dell’Istituto Comprensivo “Floriani” (Scuola Secondaria di 1° grado) di Recoaro Terme, coordinati dalla prof.ssa Manuela Santagiuliana, che hanno collaborato attivamente e con entusiasmo alla realizzazione della sezione dedicata alle Contrade di Recoaro, con testi e foto personali.

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Chiamata di Marzo XXI edizione 2018

Foto di Davide Massignani, vincitore del 1° premio del 3° Memorial Massimo Sala 2019 "Borghi e Folklore d'Italia" di Godiasco Salice Terme (PV)

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