I lavorava n'tei campi
La storia delle genti di Recoaro è sempre stata caratterizzata da un intimo rapporto con l'ambiente circostante e con le tradizionali attività ad esso correlata.
Di certo non si può dire che l'economia recoarese sia stata trainata dall'agricoltura: dal '700 infatti, grazie agli studi condotti dal conte Lelio Piovene, la spinta economica del paese è stata rappresentata principalmente dalla valorizzazione e dallo sfruttamento della preziosa risorsa acqua.
È comunque importante sottolineare come i pendii recoaresi siano stati costantemente coltivati, seppur con le tradizionali e rudimentali tecniche di agricoltura montana. Una prima testimonianza di attività agricole nella conca di smeraldo è rappresentata, attorno al XI e XII secolo, dal progressivo disboscamento della superficie forestale e dalla messa a coltura dei terreni da parte delle mitiche genti Cimbre, giunte nei nostri territori dalla lontana Baviera.
L'agricoltura recoarese è sempre stata un'agricoltura povera, umile e di sussistenza, non certo in grado di arricchire i suoi abitanti.
La caparbietà delle sue genti ha permesso comunque di ricavare terreni coltivabili anche in zone impervie e declive, strappandoli ai boschi e rendendoli utilizzabili con ingegnosi sistemi di terrazzamento.
I principali prodotti storicamente coltivati nel territorio sono stati i cereali.
Ne sono testimonianza i tributi che annualmente, nel XII secolo, le parrocchie Recoaresi dovevano versare alla Chiesa: frumento, grano, segale, orzo ed altri cereali. Tra le altre colture tipiche dei secoli passati figurano inoltre viti, alberi da frutto e ortaggi, come ad esempio: patate, cavoli, rape, cipolle, porri e legumi.
Il nostro carro, nel suo piccolo, mostra la riproduzione di un piccolo orto e di un'umile cucina contadina, accompagnato dalla sfilata di alcuni figuranti con strumenti agricoli d'epoca.