El Munaro
Il mugnaio, un mestiere antico, ora completamente scomparso e soppiantato dalla tecnologia moderna. E`difficile trovare anche i resti dei mulini che un tempo hanno svolto un fondamentale servizio alle famiglie e che, negli anni successivi, sono stati trasformati in abitazioni o in vani accessori alle abitazioni.
Il munàro trasformava in farina il grano e il granoturco e svolgeva anche un servizio a domicilio.
Le famiglie custodivano nel granaio il frutto del raccolto e, secondo la necessità, consegnavano al mugnaio il quantitativo di grano o di granoturco, quanto occorreva per i bisogni immediati.
Il munàro con il carretto passava per le contrade e raccoglieva i sacchi di iuta contenenti il grano e il granoturco.
All’interno di questo sacco la massaia ne poneva un altro di tela bianca, a maglia molto fitta, nel quale veniva messa la farina macinata.
Il sacco di iuta serviva poi da contenitore per la semola.
Il mugnaio tornava, quindi, dalle famiglie riportando il prodotto ottenuto e per la sua prestazione d’opera veniva pagato in denaro o a seconda degli accordi, poteva trattenere per sé un determinato quantitativo di farina, che poi avrebbe venduto.
La macina del grano avveniva nel mulino che, di solito, era situato vicino a un torrente. L’acqua, infatti, serviva a far azionare una grande ruota dalle spatole di legno che si metteva in moto quando si apriva la paratia che incanalava l’acqua verso di essa.
Tratto da: La Chiamata di Marzo, Ciamàr Marso di Luigi Centomo, 2013