La fameja dei bracconieri
Anche se a distanza di anni (1994 – 1996) la via Al Riposo ripropone un carro dedicato al bracconaggio, attività fuorilegge ma praticata soprattutto per motivi di sostentamento.
Quello di quest’anno vuole riproporre la vita della fameja intesa come gruppo di chi, in prima persona, praticava il bracconaggio.
Scopo di questa attività in primis era l’ approvvigionamento di cibo, carne fresca!
Le prede erano un po’ tutte: uccellagione, cinghiali, camosci, caprioli, tassi, pesci, ecc.
Procacciato il cibo per la fameja, i membri passavano alla trasformazione del derivato della caccia; quindi la concia delle pelli, la preparazione dei trofei, la trasformazione di alimenti freschi deperibili in alimenti conservabili previa affumicatura o salagione (molto più rara visto il costo del sale).
Predominate era la lavorazione delle pelli per la realizzazione di oggetti d’uso comune e/o commercio delle stesse come sub fornitura per l’artigianato locale e provinciale.
Nello specifico per le pelli si usava catturare anche le talpe, dalla cui pelle si producevano morbidissimi guanti da signora.
La pesca spaziava dalla classica lenza allo sbarramento dei ruscelli, a cui seguiva il prosciugamento per la cattura del pesce.
Altra attività di interesse, a cui seguiva anche un ottimo risultato in fatto di gusto, era la cattura dei gamberi di fiume e di valle con l’uso di lenze, a cui veniva fissato un pezzo di carne in decomposizione; altra variante era l’uso di una ingegnosa “Trappola per Gamberi” che rendeva più veloce la cattura.
Sul carro vengono esposti numerosi utensili e trappole atti alla caccia ed alla pesca, vengono rappresentate anche vari fasi della trasformazione dei derivati di queste attività come la concia della pelle.